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Marco Di Persio: ‘Skill fondamentali per abbattere la fortuna negli mtt. Ci vediamo ad Spm!'




“Dobbiamo spingere sempre più in alto la nostra componente di abilità perché poi, ad un certo punto di un poker tournament, saremo costretti a giocare qualche showdown per vincere e l’avversario avrà sempre una percentuale che potrà concretizzare. Per questo non possiamo ignorare il “fattore C” ma trovo assolutamente interessante il concetto alla base dello Skill Poker Master che giocherò venerdì, in uno dei starting flight di qualificazione”. A 48 ore dall’avvio del primo flight di qualificazione, il Day1A Speed con livelli da 30 minuti e con il satellite delle ore 15 (il Day1A starta alle 18), della seconda “volta” di Poker Skill Events dopo l’ottimo esordio di San Marino dove il board organizzativo composto da Marco Mello Meloni, Ceo, Lele Sgherza Cfo e Maurizio Giuseppucci Coo ha riscosso tantissimi feedback positivi sulla struttura di gioco.

E a parlarci proprio della struttura è Marco Di Persio, che, come avete letto ha annunciato già la sua presenza e che torna al King’s Resort di Rozvadov proprio per giocare questo evento da 500.000 euro in programma dal 22 al 27 novembre con buy in Half price da 290 euro: “Io gioco di base al King’s Resort con il mio main game che è il cash. Ho potuto vedere la struttura pubblicata dello Skill Poker Master e devo dire che ci sono tutti i livelli e anche molti intermedi. Non ero a San Marino e sono contento di giocare questa seconda tappa così avrò modo di analizzare da vicino il format che prevede i flight Speed da 30 minuti e poi i livelli a salita da 40 a 50 a 60 minuti. Anche i 10mila gettoni in più possono aiutare ad esprimere il gioco in relazione alla struttura. Di base mi schiero ai tornei Euro Rounders e c’è sempre una buona giocabilità. Giocherò con piacere il nuovo progetto Poker Skill Events dopo l’esperienza alle Wsop Europe che è stata molto intensa.”

A proposito, com’è il bilancio del festival appena andato in archivio al King’s? “Sono tornato a casa per un po’ per riposarmi e torno proprio per Spm. Il bilancio è positivo anche se l’esperienza non era partita benissimo, anzi - spiega Di Persio - sono uscito a 4 dalla bolla nell’Opener mentre ho fatto bolla piena ad un evento Plo uscendo con chi ha vinto il braccialetto. Il risultato del quinto posto al Pot Limit Omaha da 5K mi ha portato in dote 50mila euro di premio ed è stato quello che ha aggiustato tutto. Purtroppo il Main Event ha avuto una storia molto particolare: ad inizio Day1 sono partito subito male, short, con 36mila su 100mila gettoni. Poi nei primi tre livelli sono salito fino a 300mila chip. Poi due colpacci, prima perdo KK vs 55 e poi in una dinamica cutoff-bottone ho perso JJ vs QQ. Per fortuna al Main c’ha pensato l’amico Michele (Tocci, Ndr) a centrare un risultato incredibile. Ma io l’avevo detto, occhio all’Italia!”

Esatto, pensando alle skills, come sono secondo te quelle italiane? “Alle Wsop Europe considero ottimo il mio risultato insieme al terzo posto di Tocci, al braccialetto di Ermanno Di Nicola, al secondo posto di Samantha Algeri al Turbo Bounty Hunter e al sesto posto del Turbo Freezeout. Poi Dario Alioto che ha vinto un torneo senza braccialetto ma l’ha sfiorato in un 2K Plo per 56mila euro di premio insieme ad altri due premi in altri eventi da bracelet.”


Com’è quindi la qualità del gioco d’Italia? “Come tutte le nazioni abbiamo giocatori più preparati e altri meno. I recreational player sono la maggioranza. Di sicuro non primeggiamo per quantità ma grazie alle ottime skill dei nostri player migliori riusciamo a ottenere sempre ottimi risultati in tutti i tornei e i festival cui partecipiamo. Prima al top c’erano gli scandinavi, i tedeschi, adesso secondo me la qualità di italiani e rumeni, ma anche di tanti spagnoli e francesi, è superiore. Dal secondo posto di Dario Sammartino abbiamo continuato a confermarci vedi negli ultimi 12-15 mesi gli exploit di Giuliano Bendinelli e Andrea Dato all’Ept. Senza dimenticare il successo di un player fortissimo come Gabriele Re al Battle of Malta. I numeri inferiori del nostro field, insomma, non ci spaventano assolutamente.”


Marco Di Persio è uno di quelli “bravi”, non v’è dubbio: “Quest’anno è stato ottimo e nei tornei ho centrato un settimo posto all’IPS di fine agosto e anche se non ho mai chiuso primo ho centrato tanti altri risultati e sono ormai oltre le 200mila vincite dal vivo.”





Ma il main game è il cash, dicevamo in avvio: “I tornei li gioco perché conviene e perché può arrivare lo shot importante ma il mio lavoro è giocare ai tavoli cash che mi danno certamente più stabilità con la varianza da considerare ovvio.”


Da dove viene Marco? Da quanto sei professionista? “Ho iniziato tardi a giocare sul serio, diciamo a 30 anni. Prima facevo il rappresentante. Ho giocato una Notte degli Assi nel 2012 e poi mi qualificai con un satellite in un Ept che vedevo in tv quando mi sono avvicinato al gioco - prosegue Marco - ho apprezzato molto quello che ha detto Andrea Dato nell’intervista al Mad Club (con Maurizio Giuseppucci nelle vesti di intervistatore, Ndr) che scoraggiava i giovani player ad intraprendere la carriera da pokerista. Se non sei abile a gestire il bankroll ma anche tante situazioni che ruotano intorno al poker e alla vita, allora il tuffo è dietro l’angolo. Non è quella vita facile che un ragazzo può pensare di fare. Io sono partito online e dal circolo e poi sono arrivate le prime trasferte e le prime amicizie come Nicola Angelini e Ale Pagliuso. Quando ho deciso di trasferirmi al King’s dove ora gioco sempre, ho capito che sarei migliorato tantissimo proprio grazie al confronto coi reg del posto e coi più forti d’Europa. Ora i consigli qualche ottimo giocatore li chiede a me e significa che mi rispettano e, chissà, magari mietono anche.”


Per chiudere, le skill sono fondamentali, sempre: “Senza dubbio, ti permettono ad arrivare a mettere le chip nel mezzo quando si è costretti con percentuali più alte rispetto all’avversario. Ma se vinci un 80-20 hai comunque evitato quella percentuale più bassa e dobbiamo reputarci fortunati quando vinciamo questi colpi. Il fattore C per arrivare in fondo è sempre necessario ma deve essere unito ad una qualità di gioco che ti permette di ricorrere il meno possibile alla fortuna”. Good luck, quindi, lo diciamo volentieri.




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