“Lavorare su qualità dell’evento e sulle skill lo trovo vincente. La voglia di tornare a giocare di più ai tavoli c’è e questo evento organizzato da professionisti seri e affidabili mi trascinerà lontano da casa e dal mio lavoro che ormai da anni è il betting”. Lui è Claudio “Swissy” Rinaldi e ha analizzato lo Skill Poker Master, il primo evento, il debutto della Poker Skill Events alla Giochi del Titano di San Marino dal 14 al 18 settembre con 500mila euro garantiti sul piatto con un main event dalla struttura giocabilissima come abbiamo già ampiamente analizzato e che ha destato la curiosità di molti player noti. Dopo Magicbox Bognanni e Riccardo Trevisani ecco uno dei giocatori più stimati che proprio grazie alle skill ha fatto la sua fortuna nel gioco, lo svizzero più famoso nel poker italiano, Claudio Rinaldi. È ancora il quarto giocatore più vincente di sempre nel suo paese con 1,7 milioni di dollari ottenuti solo nei tornei riconosciuti da TheHendonMob e con qualche risultato centrato recentemente a Mendrisio “dove vado ultimamente e mi trovo molto bene anche perché è una location vicinissima a casa e ufficio”, ed è stato sempre considerato nel field azzurro che lo conosce molto bene e lo stima da almeno 16 anni visto che i primi risultati ufficiali segnano quella data.
E allora parliamo subito di Skill Poker Master: “Credo ci sia spazio nel mercato italiano ed europeo per un nuovo evento di questo tipo - osserva Swissy - vedo che il range di eventi da 300, 500 e 1.000 euro con garantiti che vanno dai 300mila al milione di euro sono sempre tutti sold out. Dopo il Covid-19 è il segmento che ha avuto più successo. C’è stata una rinascita del poker a questi livelli e stanno facendo tutti bene. Un format come quello ideato non può che avere vantaggi in questo mercato e in questo momento e può rappresentare una ventata di novità”. Il rischio di appiattimento, in effetti, esiste e la spinta sulla qualità convince.
Come andrà il mercato dal punto dei vista dei player? “Ho rilevato una moria della fascia intermedia dei buy in, quelli che per i professionisti erano la migliore alternativa. Dopo qualche anno giocare a certi livelli non garantiva più una retribuzione sicura. I pro più smart hanno pensato subito a diversificare e a crearsi un lavoro o un business in un altro settore svincolando il proprio reddito sicuro dalle vincite ai tavoli - come lo stesso Rinaldi ha compiuto - è evidente che ci sia una spaccatura tra una serie di super pro legati al poker online e a ben altre fasce di buy in. Ma a livello mondiale parliamo di uno zoccolo duro di 400-500 persone. Nella fascia scomparsa si sono generati alcuni local hero e sono cresciuti tantissimi gli amatori. Dal 2005-2006 al 2013 -2014 sono tanti i player che hanno mollato e, tra questi, ci sono anche io. Potrei giocare e dire la mia al tavolo ma una famiglia dei figli e scelte professionali orientate verso il betting mi hanno portato lontano dai grandi eventi nazionali e internazionali”.
Quindi il poker live sta vivendo un nuovo boom ma fittizio per quello che riguarda alcuni livelli di gioco: “Giocare solo eventi medium low non consentirebbe a nessuno di avere un Roi sostenibile”, prosegue Swissy.
La strada intrapresa da Poker Skill Events sembra essere vincente: “Lavorare sull’abilità e sulla qualità generale dell’evento la trovo una scelta vincente - analizza Claudio - questo, aggiunto alla presenza di professionisti seri al timone, rappresenta un biglietto da visita che lancia un segnale preciso al mercato e che tornerà indietro con un effetto boomerang positivo. Ma la qualità è la prima cosa e va tutelata all’interno del torneo. In Italia nel passato abbiamo avuto esperienze negative non per incompetenza, magari, ma per inattesa affluenza. Ma ci sono stati anche eventi con strutture crollate e altri, con alta richiesta di tavoli cash game, che non è stata soddisfatta. Ma questi sono i problemi tipici delle strutture di gioco italiane che sono ancora ferme a parte una e con strutture poco ricettive perché datate se non antiche”.
Quindi rivedremo Swissy a San Marino in un torneo importante dopo tanto tempo? “La voglia di tornare a giocare più dal vivo c’è. C’è stata la pandemia, ho avuto qualche problema in famiglia e dal 2019 sono fuori da tutti i radar. A maggio finita la stagione sportiva ho giocato a Mendrisio un 200mila euro e lì, come detto, quando posso, vado. Tornare a giocare di più è un’idea che nei prossimi anni potrebbe diventare sempre più concreta anche perché gli eventi sono sempre più appetibili a partire da quello della Poker Skill Events”.
Quale sarebbe la migliore struttura secondo Claudio Rinaldi? “Ho visto quella dello Skill Poker Master ed è molto buona. In generale credo che servirebbe una soluzione intermedia per i low medium buy. Una struttura troppo lenta non credo sia l’ideale. Credo sia meglio fare selezione all’inizio e poi aumentare la giocabilità nel finale. Non deve essere una maratona. Sulla classica discussione tra rientri e Freezeout io credo sia giusto dare a tutti la possibilità di rientrare, poi ognuno fa le sue scelte. L’eliminazione diretta è sempre auspicabile ma per un pro e per qualsiasi giocatore è dannosa se si guardano cont. Quando andavi fuori alla prima mano in tutti i tornei Freezeout come accadeva tanti fa non avevi possibilità di difenderti e di fare plus o pareggiare i conti della trasferta. Passando allo stack ideale non credo ci sia un taglio preciso, l’importante è la reazione che lo stesso ha con la struttura. Ripeto, preferisco una fase iniziale veloce e un rallentamento importante nelle fasi delicate fino al finale”.
Manca da tanto Swissy ai tavoli, a parte quelle parentesi che ci hai raccontato. Ma sembra che il poker sia rimasto nella mente di uno dei migliori player mai visti al tavolo del gioco moderno. Che giocatori hai seguito in questi anni di pausa, chi apprezzi, con chi parli, con chi ti aggiorni? “Su tutti Alessio Isaia - spiega Rinaldi - lui continua a giocare molto a differenza di me e del mio amico Daniele Mazzia che, se possibile, è più fermo di me. Il Fabbro si ferma spesso da me a Como qualche giorno quando torna da qualche trasferta e stiamo speso a cena, facciamo due risate e parliamo di poker. Ho fatto anche amicizia con Luca Stevanato che è ancora molto attivo e devo dire che lui è sempre molto aggiornato sulle nuove tecniche e tendenze e ascolto molto volentieri l’evoluzione del gioco nonostante non stia giocando molto e da lui cerco sempre di imparare. Un annetto fa facemmo un tavolo finale insieme a Mendrisio: lui vinse io feci ottavo e mi ha aperto la mente su una nuova serie di move e di tendenze molto interessanti. In generale cerco di essere sempre aggiornato e se mi siederò ai tavoli di San Marino sarò sempre competitivo. Voglio vincere al di là del professionismo, al di là dei soldi”.
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